Whitaker

Stavo con zio Milvio e passeggiavamo giù al porto, era il giorno del mercato settimanale e, più parlavamo, più la salsedine restava attaccata alla faccia e l’affetto a qualcosa dentro.
Mi disturbava quel profumo di mare che, di solito, amavo, ma ora sovrastava quello dell’acqua di colonia di Milvio.
Era diventata una specie di rito, quella passeggiata tra le bancarelle, non compravamo mai niente, ma disperdevamo le nostre chiacchiere tra la gente, consapevoli che non servissero a nessuno se non a noi. Per lo più, parlavamo del mio lavoro e mi chiedeva, premuroso, se potesse fare qualcosa per me. Non era più lo zio Milvio di quand’ero piccolo, quando lo guardavo con ammirazione, ora lo custodivo con rispetto.
Si fermò da Alfredo e cominciò a toccare e provare un cappello. Aveva perso il suo Borsalino, come a giustificarsi, ma non voleva spendere troppo. Tanto non gli sarebbe servito per molto, aggiunse. Ma lo disse come se non volesse intaccare la mia eredità. Lo trascinai lontano, fino dal cappellaio che li confezionava ancora su misura, uno a uno. La vidi come un’incoronazione alla saggezza, grato di avermi guidato.
#WhitakerAcademy
 
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